Direction and Masks:
Genre: Duration: |
Matteo Destro
Theatrical Thriller 75 minutes |
short plot
Antwerp, capital of the international traffic of diamonds. An unassailable bank, the Diamond Center. A billion of dollars, more or less. A group of fearless and sharp thieves who would do anything to become a legend.
El Toro: simply, number one.
Patricia Mallow: the bloodthirsty.
Alinka: the femme fatale.
Giosuè…
Will our heroes manage to accomplish this mission?
Here’s not only about alarms, safe-deposit boxes or breath-taking pursuits, here it’s also about stepping on dangerous people’s feet. The risk is not only life inprisonment, if they get caught they will be killed. It’s not only an impossibile challenge, is the robbery of the Century.
Turn off your mobile phones: you won’t need them. Leave your children at home, but kiss them before you go. Put your jewelry in a safe place, but try to avoid vaults. Sit back, if you manage, and fasten your seat belts. Come with us to the theatrical thriller “VII: Thou shalt not steal”.
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press release
PRESS RELEASE – VII. NON RUBARE
Myword.it – BARABAO, L’ARTE DI FAR RIDERE
Vengono dal Veneto come molti gruppi del nuovo teatro e si rifanno alla tradizione della Commedia. Figli d’arte, firmano indiavolati allestimenti.
È una terra teatralmente curiosa, il Veneto. Sta esprimendo una grande vitalità nella ricerca (basti pensare che Babilonia teatri, Anagoor, Silvia Costa, Fagarazzi-Zuffellato, Damiano Michieletto, Epimorph, tanto per citarne alcuni, vengono da qua), ma deve fare sistematicamente i conti non solo con la tradizione (Goldoni e la Commedia dell’Arte, ad esempio), ma anche con un diffusissimo teatro amatoriale.
Un territorio che esprime uno Stabile in grande risalita; realtà storiche come Tam, Piccionaia, Pantakin o Fondazione Aida; autori come Scarpa e Trevisan; festival come Bmotion a Bassano o teatri iperattivi come Fondamenta Nuove di Venezia accanto ai Totola di Verona o alle oltre 200 compagnie amatoriali iscritte alla Fita Veneto.
Insomma, una “complexio oppositorum” che trova una bellissima ricomposizione nel gruppo Barabao Teatro di Piove di Sacco. Stranissima compagine, verrebbe da dire. Sono figli (letteralmente) di un grande protagonista del teatro amatoriale.
Ma hanno scelto di intraprendere un percorso autonomo, rigorosissimo, in cui far rientrare una attenta ricerca sulla maschera della Commedia dell’arte e sugli stilemi comunicativi di genere.
Avevamo apprezzato un loro lavoro, dedicato ad una irriverente e comicissima rilettura del mito di Eracle. Ora il gruppo torna con VII: non rubare, un “thriller teatrale” che gioca con i codici del noir, del fumetto e dei B-movies anni ‘70.
Barabao vanta una maestria interpretativa davvero notevole. Sono in quattro in scena e si moltiplicano in ruoli, situazioni, compiti diversissimi: cantano magistralmente, fanno live (come in un radiodramma) i rumori necessari per la narrazione, si mascherano e citano allegramente il codice energico della Commedia dell’Arte o i grandi sceneggiati tv.
Sanno tenere il pubblico, come scavalcamontagne di stagioni teatrali passate, hanno la sapienza greve di certo teatro amatoriale che scende diretto dal varietà, sviluppano con grande consapevolezza storie – ovvero racconti –, dalla trama intrecciata e complessa. Il risultato fa pensare subito alle migliori produzioni del Quartetto Cetra, così eleganti e divertenti; oppure alle prime cose del Trio Solenghi-Lopez-Marchesini. Insomma: intrattenimento intelligente, ben costruito, e al tempo stesso popolarissimo.
Con VII: non rubare mettono in piedi una intricata vicenda. In una funzionalissima scena composta solo da quattro cornici vuote di grandezza differente, una banda di ladri si ricostituisce per il colpo del secolo: un miliardo di diamanti in una banca di Amburgo. Tra faccendieri gay e banchieri corrotti, tra cameriere disperate e sceicchi sporcaccioni, i quattro raccontano la storia della banda di Isidoro detto il Toro, una specie di Diabolik tutto d’un pezzo, di suo fratello tonto e di due dark ladies senza scrupoli. Ma il furto, si sa, è ormai arte diffusa e praticata a tutti i livelli. E così i ladri saranno altri, lasciando con le pive nel sacco la improbabile banda. Il lieto fine, come di regola, non mancherà.
Lo spettacolo, diretto con sicurezza da Matteo Destro, parte a ritmi forsennati e comicissimi. Però, in un continuo di invenzioni e trasformazioni, fa fatica a tenere un livello tanto alto: così sono inevitabili dei cali di tensione, cui non giovano sequenze forse troppo insistite o canzoni troppo lunghe. Magari una sforbiciatina, qua e là, anche a discapito delle belle trovate, non guasterebbe. Detto ciò, con umiltà e passione, Barabao Teatro si sta facendo largo sulla scena veneta e non solo. Il pubblico, entusiasta, tributa una ovazione. Visto al Teatro Filarmonico di Piove di Sacco (Pd).
11 Novembre 2011
Andrea Porcheddu
Sguardi 2012 – CONFERME E LAVORI IN CORSO DALLA VETRINA DEL TEATRO VENETO
Belluno, la bella e austera città veneta alle porte delle Dolomiti, ha ospitato il clou della terza edizione di Sguardi, la Festa/Vetrina del Teatro Contemporaneo Veneto, organizzata dall’associazione PPTV (Produttori Professionali Teatrali Veneti) e supportata dalla operosa organizzazione del Tib Teatro.
Dopo Padova e Venezia, Belluno con Feltre e Ponte nelle Alpi ha fatto così da palcoscenico alle migliori produzioni del teatro veneto, scelte da un’apposita commissione tra i 43 gruppi e nove under 30 che hanno risposto all’appello per creare un cartellone autorevole e ricco di novità.
La manifestazione è iniziata il 19 settembre con un convegno incentrato sulle “Residenze”, dove operatori giunti da tutto il territorio nazionale hanno condiviso le loro proposte per ridisegnare, attraverso la residenza vista come modello innovativo e sostenibile, il teatro di domani del nostro paese.
Nella sezione Colpo d’occhio anche A piedi nudi per strada.
Alla visione di numerosi operatori, critici e direttori di festival e teatri, sono stati proposti spettacoli, brani di creazioni finite ed in fieri nella sezione “Colpo d’occhio” e performance di gruppi che operano sul territorio. Uno sguardo ricco e diversificato, che ha offerto agli spettatori alcune interessati nuove produzioni di compagnie affermate e di gruppi di recente formazione anche se, in generale, il panorama teatrale proposto non ha sortito particolari sorprese.
Cercheremo di analizzare soprattutto i risultati che ci sono parsi più interessanti, iniziando dalla nuova prova di Barabao Teatro che, dopo l’ottimo esito di “Aspettando Ercole” visto l’anno scorso, era atteso per una riconferma. E “VII: non rubare” non ha certo deluso le aspettative. Mirco Trevisan, Romina Ranzato, Cristina Catto e Ivan Di Noia, sotto la regia di Matteo Destro, hanno imbastito una vera e propria macchina ad orologeria che, mescolando gli umori di “Ocean’s Eleven” e “I Soliti ignoti”, ha messo in scena una rapina vista in tutti i suoi momenti salienti.
Un’ora e dieci in cui il teatro la fa sempre da padrone, costruendo in una scena essenzialmente vuota, attraverso l’utilizzo di pochissimi oggetti polifunzionali e di un proteiforme uso della voce, ambienti, personaggi e atmosfere di un improbabile “colpo grosso” ad un caveau pieno zeppo di diamanti.
I personaggi, caratterizzati come nei cartoon (tra cui spicca il mitico “eroe pasticcione” Giosuè di Ivan di Noia) si muovono in un mondo dove alla fine verranno schiacciati da una sete di denaro più grande e cinica di loro […]
26 Settembre 2012
Mario Bianchi
Barabao Teatro: ALZI LA MANO CHI NON RUBA!
Una simpatica e divertente banda di bricconi, quella dei Barabao Teatro nella loro ultima produzione “VII: non rubare”. Un “thriller teatrale” che potrebbe sembrare soltanto una parodia di celebri film polizieschi, gangster americani, o perché no del nostro intramontabile “I soliti ignoti”. E in parte lo è, rivelando però anche un doppio fondo – pur sempre giocato con molta leggerezza – che in qualche modo tocca una coscienza più profonda: chi non ruba mai, non ruba mai per davvero?
Avevamo incontrato la compagnia di Piove di Sacco durante la vetrina di Sguardi la scorsa estate, e ne avevamo apprezzato sia il lavoro – una rilettura ironica della tradizione plautina – sia l’audace personalità. Il gruppo è molto amato dal pubblico, e si è ben radicato nel territorio veneto, collaborando anche con le istituzioni locali nella programmazione di piccole rassegne, tra cui quella di Brugine, dove è stato riproposto lo spettacolo la settimana scorsa. Un sodalizio che, con intelligenza, poco per volta, sta provando ad avviare una crescita culturale nei piccoli centri urbani dell’area padovana, mettendo a confronto, nello stesso cartellone, realtà amatoriali e professionali, repertori tradizionali, di matrice goldoniana, e visioni teatrali più contemporanee. D’altre parte gli stessi Barabao Teatro nei loro lavori combinano tradizione e avanguardia, arricchendosi di nuove sfumature e competenze, in un continuo processo in divenire.
In “VII: non rubare” giocano su diversi piani: l’aspetto comico, determinato dalla caricatura dei dettagli, e quello tragico, che recupera alcuni aspetti della commedia dell’arte, con le sue presenze sinistre e il fallimento di imprese maldestre; fino a con-fondersi entrambi, lambendo temi attuali, come il fatto di cronaca (ci si ispira a una storia vera), l’oscuro sistema bancario e la virtuale finanza globale.
La scenografia essenziale, composta da alcune cornici vuote di diversa grandezza, che aprono varchi spazio-temporali, permette di dare vita a una “pellicola” su cui, tra suoni, rumori e canzoni live, scorre tutta la storia: una banda di ladri si riunisce per il colpo del secolo alla Diamond Center, l’inviolabile Fort Knox di Anversa.
Il piano è eludere le telecamere a raggi infrarossi, i misuratori di temperature, sensori sismici, campi magnetici, ed arrivare al cuore del caveau, che contiene un miliardo di dollari in diamanti. Un colpo grosso, da veri maestri del crimine, ma anche l’occasione per cambiare finalmente vita.
Caratterizzati e disegnati come nei cartoon, i “magnifici quattro”, tra dialoghi, trovate umoristiche e composizioni a cappella, come un moderno Quartetto Cetra, sfideranno l’impossibile rivelando ognuno una doppia identità: Isidoro detto il Toro (Mirco Trevisan), menefreghista capobanda tutto d’un pezzo e fratello amorevole, Alinka (Cristina Catto), cinica e algida, ma segretamente e nostalgicamente innamorata, Patricia (Romina Ranzato), sanguinaria e senza scrupoli ma anche madre tenera e affettuosa, e Giosuè (Ivan di Noia) tonto ma fidato. Immagini esagerate, che conducono più volte al lato umano del ladro derubato a sua volta, cercando così di sollevare alcuni interrogativi: chi ruba? Cosa? E perché? Chi non ruba mai, non ruba mai?
Nonostante un ritmo in alcuni momenti traballante, e alcuni cali di tensione, i giochi sonori, la simpatica sperimentazione canora, e non ultima la capacità attorale, riscaldano l’affollata sala, con il felice risultato di sciogliere in sane risate una fredda domenica invernale.
09 Febbraio 2012
Rita Borga
LADRI IN TUTTI I SENSI,BARABAO TEATRO DEBUTTA IN CASA CON “7° NON RUBARE”
La compagnia piovese sceglie il palco del Filarmonico per presentare un thriller teatrale in stile cartoon, analisi profonda sul senso del rubare, tra furti d’amore e finanza globale
È un precetto ineludibile, un comandamento. Ma chi può dire di non aver rubato? Barabao Teatro parte da questo interrogativo e sceglie il palcoscenico di casa per presentare il nuovo spettacolo “7° non rubare”. Un thriller teatrale che parte proprio dal verbo “rubare” e scava tutto intorno a 360 gradi, per scardinare stereotipi e sollevare interrogativi guardando contemporaneamente al fumetto, all’action movie e alla tragicommedia di casa nostra.
L’appuntamento è per venerdì 4 novembre 2011 al teatro Filarmonico Comunale di Piove di Sacco (Pd): un debutto che rappresenta al contempo una anticipazione fuori abbonamento della stagione piovese e che vuole essere un tributo alla città. Proprio qui nel 2002 è nata Barabao Teatro, costituita da un gruppo di attori professionisti diplomati all’Accademia di Teatro Integrato Internazionale di Roma: un gruppo piovese doc oggi apprezzato dalla critica nazionale, ma anche compagnia rivelazione nel 2010 con Aspettando Ercole, che in un anno ha totalizzato più di trenta repliche in tutto il Veneto.
Sotto i riflettori piovesi debutta dunque “7° non rubare”, per la regia di Matteo Destro.
Un titolo “biblico” che trae ispirazione da una storia vera, il furto di un miliardo di dollari in diamanti messo a segno nel 2003 da una banda di italiani. Da qui si parte per cercare e raccontare altre storie: chi ruba? In quante forme e per quante ragioni si ruba? Chi non ruba mai, non ruba mai?
Ladri di soldi o di gioielli, ma anche d’amore, di identità o di innocenza. Diabolici Lupin, scaltri Robin Hood, criminali invisibili così come banditi inconsapevoli: una banda di ladri dai tratti “fumetteschi” e dall’umanità assortita alza il sipario su tutte le sfumature del verbo rubare, attraverso un’indagine sottile che sfiora anche temi di attualità, come il sistema bancario e la finanza globale di cui qualcuno tira le fila restando nell’ombra e garantendoci “il migliore dei mondi possibili”.
Un’analisi sferzante, che sul palco prende il ritmo di un action movie d’Oltreoceano e il gusto agrodolce della tragicommedia all’italiana. Protagonisti ladri che sembrano disegnati come i cartoon tra occhialoni, parrucche e brillantina. L’abile mascheraio Matteo Destro prosegue infatti il percorso di attualizzazione e ricerca di archetipi contemporanei trasformando gli attori stessi in maschere fortemente caratterizzate. E se la scenografia è scarna, in ossequio al metodo Lecoq, sono i corpi e le voci ad aprire spazi e creare mondi attraverso un poliedrico uso della voce: rumoraggi, suoni e canzoni – ad opera dalla sound designer Camilla Ferrari – sono eseguiti rigorosamente live.
Una storia dove tutti rubano, non solo i “ladri”.
Carla Ferro
Mattino di Padova del 02 Novembre2011
Gazzettino del 04 Novembre 2011
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